L’Australia guarda con ottimismo al mercato

Gli ultimi dati sull’export mostrano come le aziende australiane riescano a resistere alla tempesta che ha provocato il crollo dei prezzi del latte, pur se ad un aumento delle quantità esportate ha corrisposto un calo del valore totale. Secondo Dairy Australia, nel semestre che si è chiuso a novembre 2014, la quantità esportata è aumentata del 1.1%, ma il valore dell’export è diminuito di quasi l’11%.

Questi dati sono il riflesso della volatilità sui mercati internazionali e mostrano come i trasformatori australiani siano riusciti ad offrire un mix di prodotti tale da ottenere le migliori quotazioni. Un fattore importante che ha mitigato la volatilità dei prezzi, è stato giocato dal rapporto di cambio del Dollaro australiano col Dollaro USA, passato da 1.03 nel 2013, agli 80 centesimi attuali.

Non si registrano dunque, come in altre parti del mondo, abbandoni della produzione da parte degli allevatori a causa dei margini di guadagno insufficienti. Ad esempio nel Regno Unito, secondo la Royal Association of British Dairy farmers, ogni settimana nove allevatori chiudono la stalla ed il numero di allevamenti si è dimezzato nel corso degli ultimi 12 anni, arrivando a 10 mila unità. I più esposti alla volatilità del mercato internazionale sono quanti avevano aumentato la produzione in previsione della fine delle quote latte UE.

Al nord come al sud del mondo, la volatilità è il fenomeno da contrastare per evitare rapidi stravolgimenti di mercato. Quali le risposte?

Fonte: ABC Rural

CLAL.it - Australia: Export mensile di prodotti lattiero-caseari

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Australia, Export, UK, Volatilità

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