Secondo l’USDA FAS (United States Dopartment of Agriculture Foreign Agricultural Service), il nuovo accordo fra i paesi del Pacifico, aprirà agli Stati Uniti un mercato di 500 milioni di persone nell’area asiatica con Giappone, Malesia, Vietnam, Brunei ed anche verso la Nuova Zelanda. Nel 2014, il valore dell’export lattiero caseario USA verso i paesi che hanno sottoscritto il TPP è stato di 3,6 miliardi di Dollari, a fronte di un export mondiale totale di 7,1 miliardi.
Il TPP, una volta ratificato, permetterà agli Stati Uniti di superare lo svantaggio competitivo rappresentato da accordi bilaterali esistenti fra altri paesi. Alcuni esempi sono l’accesso preferenziale al mercato giapponese per i prodotti lattiero-caseari australiani; le tariffe doganali ridotte che Malesia e Vietnam applicano all’import da Australia e Nuova Zelanda. Nell’ottica mondiale, anche l’export UE sarebbe prevedibilmente avvantaggiato dalla conclusione dei negoziati commerciali con Giappone, Malesia e Vietnam.
Nello specifico, il Giappone è il sesto mercato per l’export lattiero-caseario USA con un valore pari a 409 milioni di Dollari nel 2014, di cui il 60% è rappresentato da formaggi. Col TPP le tariffe d’importazione si ridurrebbero notevolmente rispetto all’attuale percentuale. Ad esempio, per i formaggi, l’attuale tariffa doganale pari al 40% sarebbe progressivamente eliminata in 16 anni. Riguardo alla Malesia, l’export USA é ammontato a 182 milioni di Dollari, valore quintuplicato in 10 anni. La tariffa doganale del 5% verrà eliminate immediatamente alla ratifica dell’accordo. Il Vietnam ha importato, sempre nel 2014, 264 milioni di Dollari di prodotti lattiero-caseari statunitensi, anche in questo caso con una progressione di 5 volte in dieci anni. Le tariffe doganali sull’import di formaggio, latte in polvere e siero saranno eliminate immediatamente; entro cinque anni quelle sugli altri prodotti. Anche Brunei e Nuova Zelanda elimineranno le tariffe sulle importazioni subito dopo la ratifica del TPP.
Un ruolo significativo è rappresentato dal Canada, mercato relativamente protetto grazie alle quote d’importazione. Già ora è la terza destinazione dell’export USA, soprattutto per prodotti poi riesportati. Il meccanismo di progressivo ampliamento delle quote ed eliminazione dei dazi è complesso. Ad esempio l’attuale tariffa del 208% sulla importazione di polvere di siero sarà eliminata nell’arco di dieci anni ed a partire dal ventesimo anno verranno ampliate le quote per formaggi, burro, latte concentrato, polveri etc.
Anche gli USA dovranno però liberalizzare il loro mercato. Elimineranno in dieci anni le attuali tariffe d’importazione per i prodotti lattiero-caseari provenienti da Vietnam, Malesia, Brunei e quelle per i formaggi artigianali canadesi, in venti per quelli provenienti dal Giappone. In generale per l’import dal Canada verrà adottato lo stesso meccanismo di liberalizzazione previsto per l’export.
Per l’import da Australia e Nuova Zelanda, l’accordo prevede una eliminazione progressiva per gli attuali dazi sull’import in un periodo variabile da 15 a 35 anni secondo la tipologia di prodotto lattiero-caseario.
Dunque, per gli USA il TPP è necessario per dare certezza di competitività nel tempo al suo export lattiero-caseario.
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