Cambiamento climatico, scarsità idrica e sostenibilità: la percezione dei Consumatori

CLAL - TESEO: SPI (Standardized Precipitation Index)

CLAL – TESEO: SPI (Standardized Precipitation Index)

La scarsità d’acqua, a seguito del cambiamento climatico, sta diventando la principale preoccupazione ambientale. Secondo una ricerca Mintel, la percentuale di Consumatori a livello mondiale che la classifica fra le tre principali criticità ambientali è passato dal 31% nel 2022 al 35% nel 2023, con un aumento del 13%. Si tratta dell’incremento più rapido di qualsiasi altra questione ambientale; basti pensare che nel 2021, meno di tre Consumatori su dieci (27%) si preoccupavano della scarsità d’acqua.

Nella regione Asia-Pacifico (APAC), i timori maggiori per scenari di carenza idrica si rilevano in Cina (37%), Corea del Sud (34%) ed Indonesia (32%), ma anche in Giappone ed Australia dove a preoccupare è lo scenario di scarsità di cibo a causa della siccità.
Questa percezione è sintomatica di come le popolazioni si sentano direttamente colpite dal cambiamento climatico, o meglio siano sempre più informate su di esso. E’ un nuovo scenario, in cui le preoccupazioni ambientali diventano questioni pressanti di autoconservazione ed i timori per la scarsità di acqua, e di conseguenza di cibo, aumentano il desiderio di conservare le risorse naturali guardando con crescente interesse alla resilienza. Ormai oltre la metà dei Consumatori mondiali ritiene che il proprio Paese stia soffrendo gli effetti del cambiamento climatico, rispetto al 44% del 2021. Gli indonesiani pensano di essere i più colpiti da questo problema (60%), mentre negli Stati Uniti c’è la più alta percentuale di Consumatori (43%) che ritiene che il proprio Paese contribuisca al cambiamento climatico.

Un ruolo sempre più rilevante per sensibilizzare la popolazione deriva dai cosiddetti eco-attivisti. La ricerca Mintel mostra come in molti mercati e particolarmente in quelli dell’Asia-Pacifico e dell’America Latina, tali attivisti siano percepiti in modo positivo per il ruolo di educazione ambientale che permette di avere una visione più informata, ponderata ed olistica degli impatti ambientali, guardando in modo razionale alle proprie scelte di consumo.

In generale si osserva uno scollamento tra gli obiettivi ambientali dei Consumatori e quelli delle aziende. I Consumatori preferirebbero che queste riducessero direttamente le emissioni piuttosto che affidarsi a programmi di compensazione attraverso i certificati di carbonio acquistati al di fuori del proprio settore di attività. Nel contempo viene chiesto ai governi un impegno maggiore per incentivi finanziari finalizzati alla transizione energetica, sia nelle abitazioni che nei trasporti, ritenendo comunque che non si stia facendo abbastanza per stimolare i comportamenti ecologici.

Nei riguardi delle tematiche ambientali, i Consumatori stanno assumendo una posizione meno emotiva e più razionale. Si stanno rendendo conto che occorre un cambiamento nelle loro attitudini e nelle scelte d’acquisto, il che deve indurre le aziende ad assumere impegni concreti per la sostenibilità.

Fonte: Cision

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Clima, Consumatore