Sempre più indicazioni, marchi, simboli in etichetta
Ha fatto notizia e sollevato molte opposizioni, in Italia come nella UE, l’etichettatura a semaforo inglese, che ormai è presente sui due terzi dei prodotti venduti a scaffale e sulla quasi totalità di quelli a marchio del distributore.
Il Consumatore dovrebbe potere valutare al colpo d’occhio il profilo nutrizionale dell’alimento
Il Nutri-Score francese è stato introdotto con decreto ministeriale ad Ottobre 2017 come indicatore ufficiale per l’informazione nutrizionale degli alimenti. Come quello inglese, è un sistema di etichettatura volontario, ma si basa su cinque colori che vanno dal verde al rosso, abbinati alle prime cinque lettere dell’alfabeto, dalla ‘A’ alla ‘E’. Il logo in etichetta riporta un punteggio (score) riferito a 100 g di prodotto, per indicare i nutrienti da limitare (energia, grassi saturi, zuccheri, sale) e quelli da favorire (proteine, fibre, vitamine, minerali).
Il sistema si sta diffondendo rapidamente presso la distribuzione ed a fine Agosto 2018 anche il Belgio ha deciso l’adozione del sistema Nutri-score per facilitare la scelta d’acquisto dei consumatori. Il gruppo distributivo Delhaize l’ha adottato per primo, rendendolo disponibile in 771 punti vendita, con l’obiettivo di presentarlo su tutti i suoi prodotti entro il 2020. Anche 70 aziende alimentari hanno deciso di adottare tale sistema.
L’etichettatura del prodotto è divenuta una carta d’identità troppo complessa. Avere a che fare con troppe indicazioni, può creare disorientamento ed insoddisfazione senza favorire veramente una libertà di scelta. Di conseguenza, non devono sorprendere le iniziative per una sua semplificazione perché, come spiega bene Barry Schwartz, il fatto è dato dal paradosso che “di più diventa meno” (more is less). Dunque, sarebbe sensato pensare anche in Italia ad un sistema di etichettatura appropriato per i nostri prodotti caratteristici. Meglio proporre che subire.
Fonte: Emballages Magazine

CLAL.it – Andamento mensile della componente di Grasso e Proteine nel latte consegnato in Italia alle latterie, a confronto con la media europea