Il ritorno del Niño: gli eccessi climatici che influenzano raccolti e prezzi

Di Leo Bertozzi 21 Marzo 2014 — Nessun Commento ↓

El Niño è il fenomeno meteorologico alla base degli eventi catastrofici che si sono manifestati all’inizio degli anni ’80 ed alla fine degli anni ’90. Si tratta di un riscaldamento anomalo delle acque del Pacifico in grado di influenzare il clima in varie parti del mondo, dal sud est asiatico all’America Latina fino alla California ed all’Africa occidentale, che può provocare fenomeni estremi quali siccità ed inondazioni. El Niño può causare gravi danni all’ambiente ed alle coltivazioni, con perdite di raccolti e di conseguenza aumento dei prezzi dei prodotti agricoli. Il fenomeno del 1997-1998, ha provocato migliaia di vittime e danni stimati in oltre 40 miliardi di dollari, colpendo coltivazioni quali riso, canna da zucchero grano, cacao, olio di palma. Nel 2009 questo fenomeno meteorologico ha ridotto le precipitazioni monsoniche in India, provocando la maggiore siccità degli ultimi decenni. Attualmente, anche a causa delle negative condizioni meteorologiche in America Latina e della situazione in Ucraina, ci sono tensioni sui prezzi di vari prodotti: le quotazioni del frumento sono in crescita del 12 %, del 13 % quelle del mais, del 10 % il cacao, del 9 % l’olio di palma, per non parlare del caffé arabica, le cui quotazioni sono sobbalzate del 75 %. In questa realtà, un prossimo arrivo del Niño potrebbe causare molti sconvolgimenti. Questa eventualità è stata annunciata dai metereologi giapponesi e successivamente da quelli statunitensi ed australiani. Esperti tedeschi ed israeliani stimano al 75 % la probabilità che el Ninõ si manifesti entro fine anno. Nel frattempo, sui mercati si specula in una crescita delle quotazioni delle materie prime agricole; secondo la US Commodity Future Trading Commission, i fondi d’investimento mai come ora si interessano ad operazioni finanziarie su questi prodotti.

Fonte: Les Echos