Oltre la metà dell’aumento dei consumi è rappresentato dai Prodotti Sostenibili
Negli USA, i prodotti preconfezionati di largo consumo (consumer packaged goods – CPG) etichettati sostenibili rappresentano oltre la metà della crescita nei consumi avvenuta dal 2015 al 2019. Tale crescita è sette volte superiore a quella dei prodotti convenzionali e continua anche nel 2020 nel contesto della pandemia COVID-19 e nonostante un prezzo maggiore in media del 39%.
È quanto emerge da uno studio condotto dallo Stern Center for Sustainable Business dell’università di New York insieme ad IRI su 73 mila prodotti di 36 categorie merceologiche, esclusi alcolici e tabacco. L’evidenza della crescita nelle quote di mercato dei prodotti etichettati sostenibili è divenuta evidente ad iniziare dal 2015, con una progressione annua del 5,86% rispetto allo 0,83% dei prodotti convenzionali. Per prodotti quali tovaglioli, tovaglie di carta, bicchieri e posate, carta igienica, non è stato possibile rilevare differenze in quanto, venduti soprattutto come private label, in genere non sono evidenziati elementi di sostenibilità.
I Formaggi sono tra i prodotti sostenibili più graditi
I prodotti dichiarati sostenibili che hanno fatto registrare le maggiori percentuali di gradimento sono state le zuppe, cresciute nel periodo indicato del 110% rispetto alle zuppe convenzionali, poi i dolci, ma anche i formaggi, succhi, caffè, cioccolato. Esemplare è, ad esempio, il mercato dei cereali per la colazione, le cui vendite totali sono diminuite dal 2015 al 2019, salvo per quelli etichettati sostenibili.
Le ragioni per questa preferenza d’acquisto sono determinate, oltre che per ovvie ragioni di rispetto ambientale, anche da crescenti motivazioni sociali e di beneficio per i territori. E’ stato rilevato infatti che il 42% dei consumatori afferma di acquistare tali prodotti per ridurre l’impatto ambientale, il 41% perché ottenuti con energie rinnovabili, il 34% perché riducono gli scarti, ma il 18% dichiara di acquistarli per sostenere specifiche filiere produttive. Inoltre, il 62% dei consumatori afferma di preferire i punti vendita e le catene distributive che si impegnano concretamente per attuare pratiche sostenibili. I consumatori delle aree urbane con fasce di reddito medio-elevate, i millennials e la cosiddetta Generazione X, sono quelli che esprimono maggiormente questa tendenza.
Le conclusioni dello studio evidenziano come la percezione sull’importanza della sostenibilità nei consumi si diffonde rapidamente ed in modo generalizzato su di una vasta gamma di prodotti.
Dunque, la filiera produttiva fino ai dettaglianti dovrà rispondere altrettanto rapidamente a questa nuova richiesta “etica” ed anche le marche potranno trarne vantaggio attraverso un marketing di sostenibilità.
Fonte: NYU Stern