In un mondo contrassegnato da problemi di ogni genere e dimensione (ambientali, economici, sociali, etici) e da conflitti striscianti, sarebbe opportuno considerare che tutto ciò ha un comune denominatore che renderebbe necessario operare insieme per affrontarli.
Usualmente però la collaborazione rappresenta l’eccezione, non la norma, ma in una realtà “globale” le interazioni sono sempre più evidenti e pertanto il lavorare insieme, fatto non scontato, diventa indispensabile. Questo soprattutto per affrontare problematiche comuni come la necessità di assicurare cibo sano, di preservare l’ambiente, di contrastare il cambiamento climatico.
A tal proposito, il colosso dolciario Mars ha lanciato con i propri consociati e con ogni parte interessata, una innovativa azione di sicurezza alimentare per risolvere il problema delle aflatossine nel contesto di un programma globale di sostenibilità. La stessa azienda ha affermato, durante il business forum di Singapore, evento patrocinato dall’agenzia ONU per lo sviluppo, che anche i 17 obiettivi di sostenibilità indicati dalle Nazioni Unite vanno perseguiti attraverso una collaborazione comune fra tutti i soggetti interessati, anche se sono in competizione fra di loro, in modo da condividere conoscenze ed esperienze.
Il coinvolgimento dell’intera filiera è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di Sostenibilità
Questo è l’unico modo per riuscire a raggiungere traguardi ambiziosi di portata universale. Un esempio è la collaborazione con Danone per migliorare la produttività dei piccoli agricoltori attraverso l’investimento di 100 milioni di € per progetti in Africa, Asia, America Latina, dato che il coinvolgimento dell’intera filiera diventa fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Dunque la “uncommon collaboration” deve essere la pratica essenziale per il nostro tempo.
Fonti: David Edmund Moody, Mars