Qual è il tasso di auto-approvvigionamento di latte in Cina? E ancora: i cinesi hanno una filiera sufficientemente strutturata per soddisfare i bisogni dei consumi interni di più di 1,4 miliardi di persone? Sono due domande che sorgono spontanee alla luce dei trend di importazione di prodotti lattiero caseari che proseguono anche nel mese di Agosto e che vedono un incremento del 2,9% delle quantità e dell’1,7% dei valori.
Cina, import dairy+24% Equiv. Latte (ME) Gennaio-Agosto 2019
La “sete” di latte ha determinato importazioni per oltre 470.000 tonnellate (+36,6% in quantità e +24,6% in valore) fra Gennaio e Agosto 2019. La quota di mercato dell’Unione Europea per il latte sfuso e confezionato è del 56%, con esportazioni esplose (+44,6% su base tendenziale): Germania, Polonia e Francia sono i primi tre paesi esportatori dell’UE.
Le buone performance dell’Unione Europea si manifestano anche nella vendita di Polvere di Latte Scremato (SMP), con un incremento dell’84,9%; Germania, Francia, Finlandia e Irlanda sono i primi quattro esportatori comunitari.
Italia assente? No. Una nicchia di export l’ha conquistata anche il nostro Paese nel segmento dei formaggi. Complessivamente, la Cina ha aumentato del 5,4% le quantità di formaggi acquistati all’estero, prevalentemente dalla Nuova Zelanda (60% di quota di mercato e +20% l’incremento nei primi otto mesi del 2019 su base tendenziale). Anche l’UE-28 è cresciuta: +9% in quantità, con l’Italia che si colloca alle spalle di Danimarca e Francia tra i paesi esportatori dell’Unione Europea.
Tuttavia, mentre gli altri paesi comunitari migliorano le proprie performance commerciali, l’Italia frena: -2,9% dell’export su base tendenziale. Perché?
Un’altra domanda sorge spontanea: l’Italia dei formaggi vanta molti primati, dalla qualità alla biodiversità alle molte indicazioni di origine che ne certificano insieme storia, artigianalità e tradizione. Come si può fare per conquistare la Cina?