Cibo come desiderio di appagamento, star bene, mangiare rilassati, queste le tre maggiori tendenze che guideranno i consumi nei prossimi anni. Lo afferma la londinese Future Foundation, che studia come fare business strategico in un mondo che cambia, combinando marketing con ricerca, innovazione ed analisi dei consumi.
I paesi ad economia sviluppata si stanno orientando verso una forma di società sobria, in un contesto dove i giovani sono disponibili a rischiare meno dei loro genitori e dunque in un certo senso anche più conservatrice e tradizionalista. Per questo, il senso di appagamento apportato dal cibo, percepito come elemento di riferimento che dà sicurezza, rimane un grande strumento di marketing. Infatti, solo il 9% di persone vede il cibo come semplice fonte nutritiva, senza pensare anche alla dimensione edonistica e di benessere.
Lo star bene rispetto al cibo viene sempre più percepito come poter utilizzare anche il suo potenziale salutistico. Questo comporta un desiderio di conoscere maggiormente gli elementi usati nella produzione e preparazione alimentare. La moderna tecnologia è alla base della diffusione di informazioni potenzialmente sempre più accurate, attraverso l’uso di algoritmi che determinano quello che vediamo e che seguiamo. Però i consumatori temono anche che il loro orizzonte, invece di espandersi verso nuove conoscenze ed esperienze, diventi circoscritto da una formula che li condiziona.
Riguardo ai benefici del cibo, l’evoluzione é verso uno star bene non solo fisico, ma anche mentale e come sentimento generale di soddisfazione, di felicità. Per questo c’è il desiderio di maggior tranquillità e sicurezza. Sta poi crescendo la forma di approccio rilassato, il flexitarian approach, consistente ad esempio nel non disdegnare di inserire di tanto in tanto in una dieta alimentare precisa anche prodotti alimentari diversi, ma di buona qualità.
Di conseguenza, anche i messaggi di marketing dovranno essere meno intrusivi e più rassicuranti.
Fonte: Marketing Magazine
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