Reinventare il dairy

Il calo nei consumi di latte è una evidenza che colpisce tanti paesi sulle due sponde dell’Atlantico. Negli Stati Uniti questo andamento, che sembra ormai inesorabile, colpisce le diverse tipologie di latte scremato. Invece i consumi di latte intero, bio, non OGM sono in crescita e fanno profitto, il che dimostra come le imprese debbano adattarsi al mercato, evitare il prodotto generico ed investire sul marchio. La stesso significato hanno le oltre 350 mila tonnellate di formaggio fuso stoccate nei magazzini, il livello più alto dal 1984, insieme ad altre commodity lattiere. Solo in parte questa situazione è dovuta a sovrapproduzione e calo nell’export verso paesi quali Russia e Cina. La ragione principale risiede nel fatto che la produzione è stata orientata verso commodity a basso valore commerciale e senza branding.

Gli esempi di burro e yogurt sono invece illuminanti. Ricerca e marketing hanno permesso di riscoprire e reinventare questi prodotti. L’evidenza scientifica dei benefici del burro ne ha permesso un miglior posizionamento rispetto alla margarina e può beneficiare di innovazioni ad esempio nel packaging, ma anche nelle tipologie (salato/dolce/aromatizzato). L’impressionante crescita di nuove tipologie di yogurt ad iniziare da quello “greco”, ha permesso di estenderne le occasioni di consumo al di là del breakfast per entrare nel segmento snack.

Dunque, le necessità diventano innovazione, convenienza, snack-sized packaging. Il momento è buono per reinventare il dairy.

Fonte: Just Food

CLAL.it - ITALIA: Consumi domestici di prodotti freschi e freschissimi (Anno in Corso)

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Leo Bertozzi
Informazioni su

Agronomo, esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia.

Pubblicato in Biologico, Burro, Consumatore, USA, Yogurt

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