Il futuro della Cooperativa Arborea [Intervista al Direttore Manca]

Maria Cristina Manca - Direttore Operativo di Arborea

Maria Cristina Manca – Direttore Operativo di Arborea

Un fatturato che sfiora i 233 milioni di euro, 160 aziende agricole conferenti, 191,8 milioni di litri di latte lavorati, una quota export pari al 5% del fatturato, con l’obiettivo di affermare nuove posizioni in Asia, Europa e Nord America. Sono alcuni dei numeri della cooperativa Latte Arborea, simbolo della Sardegna che crede (e cresce) nel settore lattiero caseario. Abbiamo intervistato il direttore, Maria Cristina Manca, laureata in Economia aziendale all’Università di Cagliari, chiamata lo scorso marzo a rivestire il ruolo di direttore operativo della Cooperativa Assegnatari Associati Arborea.

Direttore, come commenterebbe l’attuale situazione di mercato?

“Sul fronte del latte direi volubile e imprevedibile. A tratti governata da spinte speculative, a tratti succube di sussulti di un sistema produttivo in evoluzione, che da un lato vede continuamente sollecitata la solidità della convinzione dei produttori a perseguire l’impegno produttivo e dall’altro è stimolato dalla propensione all’investimento in chiave di miglioramento prospettico.

Sul fronte del mercato al consumo, la pressione promozionale conseguente all’inflazione che ha trascinato la flessione dei consumi non ha sostenuto il riconoscimento del grande valore della materia prima generato con grande sacrificio alla stalla. Se da un lato questi interventi sono stati necessari per agevolare la tenuta dei consumi, dall’altro non hanno certamente favorito il riconoscimento del valore della materia prima, mi riferisco al latte, e con essa del valore della filiera che lo produce. Un’azione reiteratamente tesa a intensificare l’azione promozionale o a spingere la contrattazione dei listini al ribasso non va a sostegno della filiera che garantisce una materia prima che sta alla base di una alimentazione sana e del benessere del consumatore”.

Come vedono gli allevatori il 2024 futuro?

“Incerto, ma fiduciosi. Quest’anno per la nostra cooperativa è stato un anno straordinario. Abbiamo avviato un piano di riorganizzazione globale i cui pilastri sono stati la crescita delle quote di mercato e l’efficienza di tutti i processi, gettando così le basi per il futuro della nostra realtà cooperativa. Abbiamo raggiunto risultati economico-finanziari eccezionali: il più importante è un risultato della gestione che nell’ultimo periodo dell’anno ha consentito di liquidare ai nostri soci 0,625 €/lt, Iva inclusa. Siamo soddisfatti di un primo traguardo raggiunto con grande impegno, non solo da parte degli allevatori, ma anche da parte di tutti i dipendenti della cooperativa Latte Arborea”.

Gli allevatori che investono, quali innovazioni stanno introducendo?

“Le innovazioni sono di diverso tipo. In ambito energetico assistiamo al potenziamento degli impianti fotovoltaici, in ambito tecnologico vediamo l’introduzione di innovativi sistemi di mungitura e in area controlling gli sforzi vanno verso l’implementazione di sistemi di controllo delle performance della stalla in tempo reale e periodico”.

In quale direzione sta investendo la vostra cooperativa?

Stiamo investendo in tecnologia, sostenibilità e logistica


“La cooperativa ha avviato un importante piano di investimento che rafforza tutte le aree aziendali. Il nucleo principale riguarda il core business dell’azienda ossia il latte alimentare con investimenti tesi a potenziare tecnologia, efficienza di processo e sicurezza dei lavoratori. Altro importante settore è quello della sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione dell’impianto di biogas e il potenziamento della dotazione di impianti fotovoltaici. Un’altra area aziendale oggetto di investimento è quello della logistica, attraverso la riorganizzazione della supply chain e la realizzazione di un magazzino automatico che incrementerà del 50% la nostra capacità di stoccaggio. Infine il potenziamento di tutte le unità a servizio delle attività produttive”.

Siete da sempre all’avanguardia per l’approccio verso nuovi prodotti. Quali linee o quali prodotti state rafforzando? E quali nuovi prodotti proporrete sul mercato?

Sentire dire che il nostro latte ‘sa di latte’ è il più importante riconoscimento


“La nostra cooperativa da un anno è impegnata in una forte azione di razionalizzazione delle referenze che sono state ridotte del 50 per cento. Questo ha consentito di concentrare le risorse e le energie nelle linee a più alto valore aggiunto ossia quelle che più di tutte incarnano il valore della filiera e che con la bontà della materia prima ci consentono di consolidare e ampliare un rapporto di fiducia con i consumatori che sono alla ricerca di prodotti buoni e di qualità. Sentire dire che il nostro latte ‘sa di latte’ è il più importante riconoscimento che il lavoro dei soci e dei dipendenti hanno ricevuto e continuano a ricevere dal consumatore. Il suggello a questo riconoscimento è l’aver rilevato che i nostri prodotti in Penisola hanno il più alto tasso di riacquisto, e quindi questo conferma il rapporto di fedeltà che riusciamo a costruire con i nostri consumatori”.

Quanto vale oggi per voi l’export e quali sono i progetti futuri di Arborea per incrementare le esportazioni? Rafforzerete i mercati già esistenti o esplorerete nuove aree?

“Al momento l’export vale il 5% circa del fatturato e dopo un anno di razionalizzazione delle relazioni commerciali stiamo avviando interessanti interlocuzioni con i mercati asiatici. Tuttavia, le nostre strategie guardano con interesse anche ai mercati europei e americani”.

L’Intelligenza Artificiale potrà aiutare gli allevatori e i veterinari a migliorare il benessere animale e la produttività in ottica sostenibile. A quali condizioni ritiene che l’IA possa essere uno strumento utile? E quali dovrebbero essere i suoi limiti?

“Penso che l’Intelligenza Artificiale sia una preziosa opportunità per potenziare una gestione smart ed in tempo reale della stalla potenziando esponenzialmente le conoscenze e dotando l’imprenditore di strumenti utili per gestire le leve della redditività e per indirizzare l’operatività. Soprattutto per le nuove generazioni di imprenditori zootecnici credo che l’AI possa essere uno strumento capace di introdurre una gestione molto più dinamica e potente dal punto di vista delle informazioni e degli input disponibili”.

Una delle difficoltà dell’agricoltura è legata al difficile ricambio generazionale. Come è possibile, secondo lei, favorire i giovani?

“C’è un’unica via: investimento in tecnologia e formazione. Il primo consente di rendere meno gravoso un lavoro che oggettivamente non è compatibile con una vita che consenta non solo di lavorare, ma anche di avere spazi riservati alla propria famiglia e alla vita personale. L’imprenditore zootecnico è vincolato 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno alla propria mandria. La tecnologia, di processo e di controllo, alleggerisce il carico fisico e l’impegno mentale.

Oggi, però, l’investimento tecnologico richiede ingenti risorse per rendere una stalla tecnologica, attrarre i giovani o indurli a permanere nell’attività di famiglia. Per questo è necessario uno straordinario intervento del Governo a sostegno di questo comparto i cui numeri parlano chiaro: c’è una progressiva tendenza a chiudere le stalle e all’abbandono dei giovani delle imprese di famiglia. L’altro aspetto importante è la formazione che deve essere inserita in un contesto europeo ed internazionale”.

Come immagina il futuro del settore lattiero caseario sardo?

La produzione lattiera può potenziare i connotati di eccellenza della nostra Isola


“Viviamo in un’isola meravigliosa, dove la qualità della vita è altissima e il territorio offre spazi, natura e contesti in cui la produzione lattiera può davvero potenziare i connotati di eccellenza che la caratterizzano. Il futuro del settore lattiero caseario sardo dipende dagli imprenditori zootecnici ma è anche, forse soprattutto, responsabilità della politica: solo un serio e consistente piano a sostegno del settore lattiero caseario vaccino dotato di risorse straordinarie in quantità e qualità potrà consentire il potenziamento di questo settore e scongiurare il drammatico trend di chiusure e l’emorragia delle nuove generazioni. Ma, ad oggi, su questo fronte si rileva un grave ritardo”.

Maria Cristina Manca – Direttore Operativo di Arborea

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Matteo Bernardelli
Informazioni su

Giornalista. Ha scritto saggi di storia, comunicazione ed economia, i libri “A come… Agricoltura” e “L’alfabeto di Mantova”.

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