L’India, col 17% della produzione globale, è il primo produttore mondiale di latte ed uno dei mercati con la maggiore crescita della domanda, il cui valore è stimato in circa 70 miliardi di Dollari USA, valore che dovrebbe raddoppiare nei prossimi 5 anni.
Pertanto, le imprese multinazionali guardano con grande interesse a questo paese.
Ad esempio, Lactalis è entrata nel mercato acquisendo Tirumala, la maggiore impresa dell’India meridionale ed il fondo d’investimento Cargill Ventures ha investito 20 milioni di Dollari nella Dodla Dairy; sono poi presenti Nestle, Danone in joint venture con la giapponese Yakult e l’americana Schreiber.
Però, diversamente dalle altre regioni asiatiche e dell’America Latina con una crescente domanda dove le maggiori imprese multinazionali hanno una consistente presenza, l’interesse per il mercato indiano non ha potuto ancora concretizzarsi.
Se le imprese multinazionali sono poco presenti in India, quelle indiane sono poco presenti sui mercati internazionali, pur trasformando grandi quantità di latte. La maggiore impresa è la Gujarat Cooperative Milk Marketing Federation, che copre il 15% del mercato e, pur essendo presente nella piattaforma internazionale di vendite all’asta Global Dairy Trade, esporta limitate quantità di polveri di latte.
La grande produzione di latte in India, circa la metà proveniente da bufale, è ottenuta su base regionale in una innumerevole quantità di piccoli allevamenti familiari che richiede la risoluzione di notevoli problematiche in merito a raccolta, conservazione, trasporto, distribuzione, il tutto nel dovuto rispetto delle norme igienico-sanitarie. Secondo dati FAO, la produzione indiana per capo è di 987 kg a lattazione, rispetto ad una media mondiale di 2.038 kg per vacca.
Ciononostante, l’India non ha conosciuto le problematiche di natura igienica e le frodi alimentari accadute in altri paesi delle regione.
La domanda per prodotti ad elevato valore aggiunto, come i formaggi, resta limitata e le normative per la determinazione dei prezzi del latte così come per l’import, restano complesse. L’urbanizzazione e l’evoluzione degli stili di consumo comporterà lo sviluppo di forme di distribuzione al dettaglio diverse rispetto a quelle tradizionali, ma questo richiederà tempi lunghi.
Di conseguenza, se nel settore del latte non risulta ancora essere il posto ideale per le imprese straniere, l’India possiede delle peculiarità proprie per modalità produttive, organizzative ed in generale per le relazioni sociali esistenti lungo la filiera produttiva e commerciale. Per questo l’India deve essere guardata con interesse.
Fonte Just Food
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